Vittoriale (1921-1938)

Archivio

Arma la prora e salpa verso il Mondo

Il ritiro per la sua ultima opera, il Vittoriale

Deluso dal fallimento della sua impresa fiumana, d’Annunzio si ritira nella sua nuova dimora sul Lago di Garda. Qui vive con Luisa Bàccara e si dedica alla conclusione del Notturno. Nel 1922 cadendo da una finestra si ferisce gravemente, una scusa per defilarsi dalla vita politica, nei mesi agitati che confluiscono poi nella Marcia su Roma.

Decide invece di dedicarsi a quella che sarà la sua ultima, grande opera: il Vittoriale, cittadella monumentale consacrata alle sue memorie che progetta assieme all’architetto Gian Carlo Maroni. Nel frattempo politicamente parlando ha anche dei dissapori con Mussolini (che nel 1923 gli fa visita), ma decide di donare il Vittoriale allo stato in cambio dei mezzi per la costruzione della sua opera. Il 1924 segna una data importante per d’Annunzio che, con l’annessione di Fiume, si guadagna un titolo nobiliare a cui aveva ambito per tutta la vita: diventa Principe di Montenevoso e in quello stesso anno esce il primo tomo delle Faville del maglio. Negli anni successivi prende vita il progetto del Vittoriale che si allarga con la Torre Rhuland dove allestisce una darsena per il Mas 96, mentre l’Ammiraglio Thaon gli dona la prua della nave Puglia, che viene incastonata tra le colline del Vittoriale.

Gli ultimi scritti pubblicati da d’Annunzio, che muore il 1° marzo 1938 per emorragia cerebrale, sono Libro segreto (1935) e la raccolta dei messaggi per Mussolini durante la guerra d’Africa, il Teneo te Africa (1936). Nel 1937 viene nominato anche Presidente dell’Accademia d’Italia.

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