Il Vate, “animato da spirito profetico o dotato di un’aura sacra, grazie al tono elevato delle sue opere o all’ispirazione civile”, esordì con la sua prima raccolta poetica Primo vere nel 1879 con un’evidente influenza di Carducci. Nel Canto Novo d’Annunzio presentò alcuni dei temi diventati poi punti cardini della sua poetica, a partire dall’identificazione con la natura, attraverso una metamorfosi, fino all’immersione in essa.
Con il passare degli anni subì influenze della poesia stilnovistica che emerge in maniera evidente per l’apparizione della donna nella poetica di d’Annunzio. In Le laudi del cielo del mare della terra e degli eroi il Vate invece aveva l’ambizione di elevare l’universo attraverso la poesia, tant’è vero che nel progetto originale d’Annunzio voleva realizzare un’opera di dimensioni immense che riprendesse i nomi delle stelle più luminose della costellazione delle Pleiadi, ma ne realizzò solo i primi quattro libri: Maia, Elettra, Alcyone e Merope.