Il culto della bellezza e dell’arte sono i fondamenti dell’estetismo e per d’Annunzio diventano un vero e proprio credo. Raffinato, elegante e soprattutto mai banale, costantemente sopra le righe nella sua vita mondana. Il suo primo romanzo, Il Piacere, è il manifesto di questa venerazione del fascino e dello splendore, in particolar modo quello esteriore.
Chiaramente l’estetismo dannunziano è legato al concetto di Superuomo, di certo in qualche modo collegato a quello di Nietzsche, ma in realtà molto diverso dallo “Zarathustra”. In d’Annunzio il Superuomo è il poeta Vate, una guida per il paese, un personaggio capace di incantare, sedurre le donne e vivere una vita originalissima. In sintesi, si potrebbe dire che la versione dannunziana ha nuovi valori che si basano sul culto dell’estati, sulla forma e sulla ricerca sfrenata di una nuova coscienza estranea alla morale comune.