Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale consente a d’Annunzio di rientrare in Italia e subito espone la sua posizione interventista. Nel 1915 ottiene di essere richiamato in servizio come ufficiale dei Lanceri di Novara al comando del Duca d’Aosta. Successivamente si stabilisce a Venezia, sul Canal Grande nella Casetta Rossa degli Hohenlohe e dice: «Come mi piacerebbe di ornarla come se fossi ricco». Qui conosce Luisa Bàccara che sarà la donna che lo accompagnerà fino alla morte.
Inizia a progettare i suoi voli, ma uno di questi, nel gennaio 1916, gli costa la perdita dell’occhio destro ed è obbligato ad un periodo di immobilità assoluta durante cui scrive il Notturno. Nell’agosto 1917 invece torna a volare, su Pola, per bombardare le postazioni nemiche e l’impresa gli vale la promozione a maggiore. Combatte anche con la fanteria sul Veliki e sui Faiti e partecipa alle battaglie dell’Isonzo e del Timavo. Il 1918 è segnato invece da due eventi: la “Beffa di Buccari” che lo vede protagonista di un’incursione a Fiume, nel Golfo di Buccari, dove lascia galleggiare tre bottiglie coronate di fiamme tricolori. Il secondo è il volo su Vienna da cui lancia 40 mila volantini con scritto “Viva la libertà! Viva l’Italia! Viva l’Intesa”.