Gabriele d’Annunzio con la sua ricerca del bello e la sua aspirazione spasmodica a far parlare di sé fu certamente un precursore di quelli che oggi chiamiamo influencer. Il poeta, con il suo stile di vita stravagante, riusciva a condizionare l’opinione della gente e la sua popolarità, oltre cento anni fa, fu sfruttata da diverse aziende per fare marketing.
Alcuni esempi furono l’Amaro Montenegro, l’Amaretto di Saronno che lo scelsero per le loro pubblicità, così come d’Annunzio fu il testimonial dei biscotti Oro Saiwa per cui creò il detto “Il mattino ha l’oro in bocca”, ancora utilizzato ai giorni nostri. Ma il Vate abruzzese non fu solo influencer per gli altri: sfruttò anche alcune sue trovate di marketing per il suo profumo, la celebre “Acqua Nunzia”, mentre per attrarre l’attenzione sul suo primo componimento Primo Vere finse la sua morte dopo una caduta a cavallo, ottenendo l’attenzione dei giornali che parlarono della sua opera. Inoltre, d’Annunzio coniò diversi neologismi: da “Scudetto”, nato durante l’occupazione di Fiume, fino a “tramezzino”, passando per “velivolo” e “La Rinascente”.