Poeta vuol dire tristezza, vuol dire speranza,
significa amara consapevolezza,
significa esser da soli nel mondo,
significa vivere consci d’un male profondo.
E l’uomo che nutre nel cuor la poesia,
è un essere solo dannato, corrotto,
da un male incurabile, la malinconia
che strazia le notti di insana follia.
Il verso è la flebile consolazione,
di quella incompresa negletta passione,
è il vano rifugio dell’essere solo,
che conscio del mondo, ne prova dolore.
Poeta è quell’uomo assorto e distratto,
per tutta la vita estraneo e contorto
e poi dopo morto nell’antologia,
della sua vita rimarrà una poesia.
II.
Ma a te lettore ignoto che m’ascolti,
tu che in me confidi, che mi intendi,
non farti mai ingannare dalle rime,
quest’enfasi d’un vivere sublime.
Non sondarmi con curiosità,
per ricercar nel verso verità,
io sono un artigiano coraggioso,
che scherza con un gioco prodigioso.
Un gioco, fatto solo di parole,
limate, accomodate, rese nuove,
non so nemmeno io la verità,
ma non lasciarmi in questa oscurità.
Il poeta è destinato nella vita,
ad essere incompreso giocoliere,
che si trastulla per svago o per orgoglio,
a tingere d’inchiostro questo foglio.
Ma se sarai più attento fra le righe,
capirai il senso di ciò ch’io voglio dire,
intenderai nel verso e nelle righe,
il desiderio, d’esprimere e asserire…
…che vissi anch’io i tuoi sogni,
come te sognai la vita, e volli con quei versi,
celebrare questa flebile durata…
…la nostra vita, la nostra breve fiaba,
è come una domenica che incede nella sera…
Con questi versi credimi ti voglio dar lusinga,
poiché nel cuore mio, infondere speranza,
aumenta la speranza…
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