Il viale (Daniele De Marchi)

C’era un antico viale,
oltre il limite del bosco,
era un sentiero incolto,
selvaggio e trascurato.

C’era una strada arcaica,
di ciottolo e di pietra,
che scorgevamo appena,
illuminati dalla sera.

Era un’estate tiepida,
di quella giovinezza
goduta per un giorno,
rimpianta per la vita.

E noi ventenni arditi,
al termine del viale,
in quelle notti languide
vivemmo il nostro amore.

Per tante e tante sere,
con l’auto tra le fronde
i nostri cuori accesi
parlavano d’amore.

II.

Sono passati gli anni,
da quella breve estate,
sono svaniti i sogni,
deposti in quella quiete.

Di lei non seppi nulla,
da quando se andò,
il viottolo d’un tempo,
deserto ritornò.

III.

Stradina silenziosa
dimmi che serbi ancora,
racchiusa in quella quiete,
la nostra breve gioia.

Ma tu più non esisti,
ghiaioso antico viale,
le fabbriche, le case,
ti han fatto scomparire.

E non ti ho detto addio,
ma ti ricordo ancora,
con la memoria fievole
e il cuore in quella sera.

E mai, mai più nessuno,
saprà di quella strada,
illuminata appena,
dal lume d’una sera.

Non torneremo mai,
con la mia auto scura,
a contemplare i sogni,
a vivere la vita.

Nessuno si ricorda,
da questa oscurità,
ciò che per niente al mondo
il tempo renderà.

 

Daniele De Marchi

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