Nel 1909, recandosi in visita alla sua villa La Capponcina presso Firenze, Romaine Brooks conobbe Gabriele d'Annunzio. Il poeta era all'apice della sua fama, oltre che per i suoi meriti letterari, anche per le sue eroiche imprese militari, per la travolgente oratoria dispiegata nella propaganda bellica - così come nei corteggiamenti amorosi che gli valsero la leggenda di irresistibile conquistatore - e per lo sfarzo decadente della sua turbinosa e "inimitabile" vita.
Il rapporto si rinsaldò nel marzo del 1910 quando d'Annunzio, per sottrarsi ai suoi creditori, riparò "in esilio" a Parigi, dove Romaine allora viveva.
A d'Annunzio è dedicato il catalogo della prima mostra della Brooks alle Galeries Durand-Ruel di Parigi, nel maggio del 1910.
Divenuta la sua confidente e protettrice, Romaine gli procurò un "rifugio" nella villa Saint-Dominique ad Arcachon.
A questo periodo risale il breve interludio amoroso tra Romaine e il poeta, bruscamente interrotto dalla violenta intromissione dell'amante di d'Annunzio, la possessiva e bella Madame de Goloubeff, detta "Donatella".
Questo incidente amareggiò molto Romaine, ma i rapporti continuarono nella forma di un'attiva solidarietà durante gli anni della prima guerra mondiale e di un'amicizia, che durò tutta la vita. D'Annunzio posò per questo dipinto sulla spiaggia di St-Jean-de-Luz sull'Atlantico, nell'autunno del 1912.
È il primo di due ritratti, che Romaine Brooks chiamò "del poeta" in contrapposizione al secondo, "del guerriero", eseguito a Venezia nel 1915.
Per Andrè Doderet ("Art Vivant" Parigi, 1° aprile 1925) avrebbero potuto intitolarsi, rispettivamente, "Il Sogno" e "L'Azione". Il poeta vi appare pallido e dolente, la bocca distorta in una piega amara, gli occhi velati, rapiti in un sogno, in uno sgomento. Alle sue spalle le onde immense dell'oceano si infrangono contro la diga di Socoa: uno sfondo simbolico per conferire al dipinto il senso di un destino ineluttabile, il valore di un presagio di un evento immane e catastrofico.
A partire dal dicembre 1912, il quadro fu ampiamente esposto, riprodotto e recensito; venne acquistato nel 1914 dal conservatore Leonce Benedicte per il Musee du Luxembourg".
Il secondo quadro, eseguito a Venezia nel 1915 e conservato al Vittoriale, ha molti punti in comune con questo riprodotto. La prospettiva, l'ambientazione e l'espressione sono, tutto sommato, le stesse. Cambiano i vestiti di G.d.A. perché in quello egli indossa l'uniforme ed un mantello.
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