Primo Vere rappresenta il primo libro della produzione dannunziana, la prima edizione risale al Dicembre del 1979. L’opera è una raccolta di ventisei poesie composte da d’Annunzio e dedicate principalmente alla musa ispiratrice Giselda Zucconi soprannominata dal poeta Lalla.
Il titolo “Primo Vere” deriva da una espressione latina che significa ” all’inizio della primavera” ovvero l’iniziazione alle delizie della giovinezza.
Componimento poetico, costituito da 63 liriche composte in sonetti, per certi versi l’opera richiama la poetica carducciana delle “Odi Barbare”. In “Canto Novo” l’immagine della presenza popolare nella quotidianità della società subisce una estrapolazione dal suo effettivo contesto secolare, affondando le radici in quel sentore di futura e piena discrepanza con la classe dominante, che sarà, nelle raccolte di novelle successive, idea giunta poeticamente a compimento.
Alla raccolta ne seguirono altre due Il libro delle vergini (1884) e San Pantaleone (1886) unite poi in Le novelle della Pescara. D’Annunzio rappresenta in Terra vergine situazioni e vicende dei primitivi d’Abruzzo, prende come modelli i primitivi di Verga insistendo sui colori paesaggistici e sul linguaggio dialettale.
Pubblicato dall’editore Sommalunga, Intermezzo di rime rappresenta l’abbandono della metrica di ispirazione carducciana. La prima edizione del 1883 conteneva 26 componimenti poetici ed era rilegata in una raffinata ed elegante copertina di colore rosso.
Pubblicato nel 1884, il “Libro delle vergini” è costituito da 4 racconti :
Le vergini – Favola sentimentale – Nell’ assenza di Lanciotto – Ad altare Dei.
Edito da Sommalunga fu pubblicato con una copertina provocatoria effigiante tre donne nude intrecciate tra loro.
Edito dai Fratelli Treves nel 1889 , “Il piacere” rappresenta uno fra i romanzi più significativi della produzione dannunziana.
Le esperienze del poeta e della sua magnifica vita prendono forma nella persona di Andrea Sperelli un esteta dotato di buon gusto in opere d’inchiostro, carismatico, eloquente, effemminato e dalla dirompente passione. Una personalità camaleontica, colma di ardore e voluttà, alla ricerca di appagare un eterna sete di piacere che la mediocre società borghese del tempo non riesce a saziare.
Si tratta di una raccolta poetica dai toni crepuscolari contenente 53 componimenti suddivisi in cinque sezioni.
Prologo – l’Hortus conclusus -l’Hortus larvarum – Hortus animae – l’Epilogo.
Il titolo non si riferisce al paradiso cristiano poiché deriva dal termine latino paradisius ovvero giardino. L’intera opera ha in effetti come filo conduttore giardini di vecchie ville, passeggiate all’aperto in differenti epoche della vita ed amori nati e defunti sullo sfondo di statue e giardini.
Pubblicato nel 1900 il romanzo ha grosse attinenze con il Piacere, sia per motivi stilistici che per il grado di popolarità di cui tuttora gode. Per alcuni versi può essere definito un romanzo autobiografico in quanto le indiscrezioni che hanno preceduto la pubblicazione dell’opera lasciano intendere che dietro alle vicissitudini dei due protagonisti si nasconda la storia d’amore fra Eleonora Duse e d’Annunzio.
Il progetto delle Laudi prevedeva la produzione di sette libri, uno per ogni stella delle Pleiadi. Il primo libro della raccolta dal titolo “Maia” fu pubblicato nel 1903 seguirono Elettra nel 1903, Alcyone pubblicato assieme ad Elettra nel 1903 e contenente la poesia “La Pioggia nel Pineto” ed infine Merope pubblicato nove anni dopo nel 1912.
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